C’è qualcuno di voi a cui, almeno una volta nella vita, non siano state decantate le qualità nutrizionali dei legumi? Io credo di no, ed oggi voglio approfondire l’argomento andando ad analizzare le caratteristiche di questo vasto gruppo di alimenti così amato da dietologi e nutrizionisti.
Iniziamo col dire che si tratta di alimenti di origine vegetale e più specificatamente dei semi delle piante appartenenti alla famiglia delle Leguminose. Queste venivano coltivate già in tempi antichi in tantissimi Paesi di Vecchio e Nuovo Mondo (a seconda delle diverse varietà di piante, ovviamente) e la loro caratteristica principale è proprio la presenza di questi baccelli che altro non sono che il frutto stesso della pianta contenente i suoi semi.
Ne nominiamo qualcuno? Fagioli, ceci, cicerchie, lenticchie, fave, lupini, arachidi, soia e piselli, giusto per citare i più celebri esponenti della famiglia.
Andiamo ad analizzare la loro composizione, che ovviamente varia a seconda della diversa tipologia:
- tra il 20% e il 45% di contenuto proteico
- tra il 25% e il 60% di carboidrati, presenti soprattutto sotto forma di amidi che ne determinano la consistenza e la capacità di assorbimento di liquidi
- tra l’1% e il 6% di grassi tranne nel caso di soia e arachidi che ne contengono una quantità decisamente maggiore (fin quasi il 50%), sempre però di alta qualità
- la restante parte di fibra
Se prendiamo in considerazione l’indice glicemico, ossia la capacità di questi alimenti di alzare il livello di glucosio ematico, vedremo che fagioli, lenticchie e ceci sono decisamente più “efficenti” rispetto ad altri loro “colleghi”. Ma l’aspetto che probabilmente rende così speciali i legumi è il loro alto apporto proteico rispetto a tutti gli altri alimenti del mondo vegetale! E qui va approfondito un altro aspetto: che differenza c’è tra le proteine presenti nei legumi e le ben più note proteine di origine animale?
In primis, le proteine vegetali contengono un quantitativo di ferro decisamente minore; secondo, contengono un tipo di ferro diverso (ferro non eme) che viene assorbito in quantità inferiori rispetto al ferro eme presente in quantità negli alimenti proteici di origine animale; terzo, i legumi non contengono la vitamina B12.
Inoltre è importante introdurre il concetto di Valore Biologico: per valore biologico di una proteina si intende il rapporto tra la quantità di azoto (e quindi di aminoacidi) che viene effettivamente assorbito (e quindi utilizzato) e quello che viene “perso”. Provo a spiegarlo più semplicemente: prendendo come riferimento la proteina dell’uovo, il cui valore biologico è pari a 100, i fagioli hanno un VB di 34, la soia 75, gli arachidi 43 e così via. Questo ci fa capire come questi legumi non posseggano un perfetto equilibrio tra aminoacidi assorbiti e aminoacidi “ritenuti”. E qui si spiega perchè molto spesso si consiglia di associare la loro assunzione a quella di cereali (le celebri zuppe) che possano compensare questa loro “mancanza nutritiva” fornendo gli aminoacidi mancanti ma aumentando allo stesso tempo il rischio di innalzare eccessivamente l’indice glicemico del pasto e incrementare troppo i livelli di glucosio nel sangue.
Altro aspetto da non trascurare, alcuni zuccheri presenti nei fagioli e in altri legumi possono in alcuni soggetti non venir riconosciuti e/o digeriti dagli enzimi digestivi, causando i noti fastidi intestinali spesso goliardicamente associati a pasti ricchi di tali alimenti. Quindi assumerne si, ma sempre con moderazione!
Come tendo a fare ogni volta che parlo di qualche alimento in particolare, le parole che mi sento di sottolineare sono sempre le stesse: buon senso! I legumi sono un ottima fonte di assunzione di proteine vegetali ma cerchiamo di inserire il loro consumo all’interno di una corretta rotazione proteica che comprenda anche le altre fonti biologiche di questi macronutrienti così importanti per il nostro organismo.