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Giulio Bellini

L'ANIS alla Toughest di Londra: fango e ostacoli in un week end "da duri"


Sabato 23 Aprile una piccola rappresentanza dell' ANIS A.S.D. si è presentata a Pippingford Park, nel Sussex, a una trentina di minuti d'auto da Londra, per partecipare ad una delle più famose OCR (Obstacle Course Race) del panorama europeo: la Toughest.

Purtroppo il week end è cominciato nel peggiore dei modi: sfortunatissimo il nostro Fabio, che dopo tanti sacrifici e allenamenti durissimi durati mesi ha dovuto dare forfait a causa di una forte influenza che l'ha costretto in albergo sin dalla sera precedente la gara. A lui va il nostro abbraccio più forte con la certezza che avrà tante altre occasioni per rifarsi!

Il nostro Trainer Giulio si è trovato perciò da solo ad affrontare il percorso di 8 Km costellato da più di 40 ostacoli naturali e artificiali che hanno messo a dura prova i suoi limiti fisici e mentali. Riportiamo qui il suo resoconto!

"Dopo circa 30 minuti di Taxi da Gatwick arrivo all'area eventi dalla quale partirà la corsa. Il paesaggio circostante è spettacolare, tanto tanto verde, colline, corsi d'acqua e tipico paesaggio rurale inglese. L'area eventi è molto ben allestita ed alcuni degli ostacoli più spettacolari passano nelle vicinanze in modo da renderli visibili ai tanti spettatori presenti. Il clima non è dei migliori, fa parecchio freddo e la pioggia si presenta a intervalli regolari, non il massimo considerando che venivo dalle temperature quasi estive della precedente settimana romana. Ma credo di essere uno dei pochissimi italiani presenti in mezzo a tanti atleti inglesi e del Nord Europa in generale (quasi 5000 partecipanti!) e quindi mi dovrò adattare.

La mia batteria parte alle 13 in punto, quindi mi sono organizzato con una ricca colazione all'inglese in tarda mattinata e solo una tazza di caffè poco prima della partenza, non voglio appesantirmi ne rischiare un blocco della digestione viste le temperature e i numerosi passaggi in acqua che so mi aspetteranno. Qindi rapida registrazione, ritiro pettorina e chip magnetico e via col riscaldamento. Si parte!

Come detto la corsa prevede tantissimi ostacoli con delle penalità previste in caso di non superamento (corsa supplementare o altri esercizi che rallentano la tua gara) ma anche delle Fast Lanes (scorciatoie) consistenti in ostacoli ancora più difficili il cui superamento permette di tagliare parte del percorso.

La prima cosa che noto dopo neanche 200 metri è la quantità di diversi terreni che mi troverò ad affrontare: roccia, fango (tanto fango), guadi, erba, terra, salite e discese. Fortuna che mi sono attrezzato con il giusto abbigliamento tecnico!

Posso suddividere la mia corsa in due parti ben distinte: i primi 6 kilometri e gli ultimi 2. Perchè dico questo? Perchè per circa sei kilometri do il meglio di me, superando in scioltezza quasi tutte le Fast Lanes, anche le più temute come la Flying Monkey Bar, il Traverse Wall e il Dragon's Back (vedi foto), correndo ad una discreta velocità media anche nei tratti in salita e resistendo bene al freddo gelido dei numerosi passaggi in acqua (attraversamento fiumi e guadi, vasche di fango ecc..). Ogni ostacolo superato mi da carica per aumentare i giri e spingere sull'acceleratore!

Purtroppo intorno al sesto kilometro inizio a perdere il pieno controllo delle mani a causa del freddo e della stanchezza accumulata dai tanti ostacoli in cui bisogna restare a lungo appesi a strutture di ogni forma e dimensione. Quindi iniziano ad arrivare le penalità e gli inevitabili rallentamenti! Ma il peggio arriva un kilometro dopo, quando dopo un lunghissimo attraversamento di un corso d'acqua a dir poco gelido inizio a perdere (quasi letteralmente) l'uso delle gambe! Sento i crampi che fanno capolino, ma stringo i denti e gestendo le poche energie rimaste riesco a completare l'ultimo kilometro e anche diversi ostacoli, purtroppo viaggiando a velocità ridotta e perdendo diversi minuti davanti all'ultimo ostacolo, The Ramp, dove si è formata ua vera e propria fila di atleti che provano e riprovano quest'ultima scalata. Al mio turno provo anch'io, ma ho solo la conferma che le mie gambe non riescono più a spingere come dovrebbero e quindi via con l'ultima penalità ed eccomi finalmente al traguardo!

Tralasciando le difficoltà del post-gara, dove riuscire a cambiarmi senza spogliatoi al chiuso ne docce (unica grossa pecca organizzativa!) in condizioni di semi ipotermia e con crampi in agguato in tutto il corpo è un'impresa ben superiore al terminare la gara, devo dire che me la sono goduta! Alla fine 2 ore per completare il percorso sono un pò troppe rispetto ai miei obiettivi iniziali, ma non avevo fatto bene i conti con temperature a cui non sono abituato. Mi sarà di insegnamento per le prossime gare!

Voto all'esperienza Toughest: 10!"


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